domenica 23 settembre 2018

ITALIA/LEGALITA' La Lega piazza un banchiere multato alla Cassa Depositi e Prestiti


Vittorio Malagutti  – L’Espresso
22 settembre ’18


In fondo, ma molto in fondo, è anche una questione di taglia. Dalla extra small alla XXL. Dai milioni ai miliardi, decine di miliardi. Dagli affari di artigiani e piccoli imprenditori alle manovre di multinazionali che incrociano il destino del Paese. Ecco spiegato, in breve, il gran salto di Valentino Grant da Casagiove, provincia di Caserta.

È lui il banchiere scelto da Matteo Salvini per la poltrona in quota Lega nel consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti (Cdp), la più grande istituzione finanziaria nazionale a controllo pubblico, un gigante con oltre 400 miliardi di attivo che muove ogni anno oltre 30 miliardi.

Grant, 54 anni, ha sposato la causa del partito nuovo di Salvini. Per mesi, in vista delle elezioni del 4 marzo, il banchiere campano ha fatto campagna elettorale sul territorio, fedele al mandato ricevuto da Raffaele Volpi, il senatore leghista che tira le fila del movimento al Sud. Tanto impegno è stato infine premiato con un posto al sole della finanza tricolore, una poltrona strategica per tenere sotto controllo la gestione di uno dei forzieri della Repubblica.

Da principio, la poltrona in Cdp sembrava destinata altrove. Tra i favoriti, più volte citato nelle cronache dei giornali, c’era per esempio il brianzolo Marcello Sala, già vicepresidente di Intesa e ben conosciuto in casa Lega. Alla fine l’ha spuntata Grant, che non può certo vantare un curriculum da finanziere d’alto bordo. Dal 2009 è presidente della Banca di credito cooperativo di Casagiove, 9 filiali in tutto e circa 200 milioni portafoglio crediti.

Come molti altri istituti, grandi e piccoli, anche la Bcc campana ultimamente ha sbarcato il lunario con difficoltà. Nel 2017 il bilancio ha fatto segnare solo 800 mila euro di utile mentre l’anno precedente si era chiuso in perdita per poco più di un milione. Non è solo questione di numeri, però. Negli ultimi anni, Bankitalia è più volte intervenuta per correggere la rotta del piccolo istituto e in un paio di occasioni l’ispezione della Vigilanza si è conclusa con una multa per gli amministratori. Nel 2011 il presidente Grant si è visto recapitare una sanzione amministrativa di seimila euro per “carenze nell’organizzazione e nei controlli”. Stesso copione nel 2000, con una multa di sei milioni di lire per il futuro banchiere con targa leghista, che all’epoca era semplice amministratore della Bcc di Casagiove.

Acqua passata, a quanto pare. Adesso Grant ha fatto il salto di qualità. E che salto. Nel board di Cdp affianca gli altri consiglieri designati dal ministero dell’Economia, azionista di maggioranza, e quelli proposti da un gruppo di fondazioni bancarie, forti del 16 per cento circa del capitale. Il nuovo presidente è Massimo Tononi, che ha lavorato nella banca d’affari Goldman Sachs ed è stato al vertice di Borsa Italiana spa. L’amministratore delegato Fabrizio Palermo, che ha preso il posto dell’uscente Fabio Gallia, era già in Cdp come direttore finanziario. Altri consiglieri come l’economista Luigi Paganetto e Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze, hanno un filo diretto con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Francesco Floro Flores, invece, l’amministratore sponsorizzato dai Cinque stelle, è un imprenditore, a capo del gruppo Trefin, con oltre trent’anni di esperienza nell’elettronica destinata ad auto, aerei e navi.

Anche Grant vanta nel suo curriculum un’esperienza manageriale. Fino al 2005 lo troviamo, come vicedirettore generale, alla filiale italiana di Polaroid, l’azienda Usa famosa per le foto istantanee e costretta a reinventarsi dopo la rivoluzione digitale. Il banchiere campano è poi passato con vari incarichi a società licenziatarie dei prodotti della multinazionale statunitense. Chiusa questa esperienza nel 2014, Grant dichiara di aver fondato una non meglio precisata società di temporary management. Quanto basta, insieme al ruolo nella Bcc di Casagiove, per meritarsi l’investitura di Salvini alla Cassa depositi e prestiti.

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