Manlio Dinucci – Voltairenet.com
29 settembre ’18
Il contratto di governo, stipulato lo scorso
maggio dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, ribadisce che l’Italia considera
gli Stati uniti suo «alleato privilegiato». Legame rafforzato dal premier Conte
che, nell’incontro col presidente Trump in luglio, ha stabilito con gli Usa
«una cooperazione strategica, quasi un gemellaggio, in virtù del quale l’Italia
diventa interlocutore privilegiato degli Stati uniti per le principali sfide da
affrontare». Allo stesso tempo però il nuovo governo si è impegnato nel
contratto a «una apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia ma
quale partner economico» e addirittura quale «potenziale partner per la Nato».
È come conciliare il diavolo con l’acqua santa.
Viene infatti ignorata, sia dal governo che dall’opposizione, la strategia Usa
di demonizzazione della Russia, mirante a creare l’immagine del minaccioso
nemico contro cui dobbiamo prepararci a combattere. Tale strategia è stata
esposta, in una audizione al Senato, da Wess Mitchell, vice-segretario del
Dipartimento di stato per gli Affari europei e eurasiatici: «Per fronteggiare
la minaccia proveniente dalla Russia, la diplomazia Usa deve essere sostenuta da
una potenza militare che non sia seconda a nessuna e pienamente integrata con i
nostri alleati e tutti i nostri strumenti di potenza» .
Accrescendo il bilancio militare, gli Stati uniti
hanno cominciato a «ricapitalizzare l’arsenale nucleare», comprese le nuove
bombe nucleari B61-12 che dal 2020 verranno schierate contro la Russia in
Italia e altri paesi europei. Gli Stati uniti – specifica il vice-segretario –
hanno speso dal 2015 11 miliardi di dollari (che saliranno a oltre 16 nel 2019)
per la «Iniziativa di deterrenza europea», ossia per potenziare la loro
presenza militare in Europa contro la Russia. All’interno della Nato, sono
riusciti a far aumentare di oltre 40 miliardi di dollari la spesa militare
degli alleati europei e a stabilire due nuovi comandi, di cui quello per
l’Atlantico contro «la minaccia dei sottomarini russi» situato negli Usa.
In Europa, gli Stati uniti sostengono in
particolare «gli Stati sulla linea del fronte», come la Polonia e i paesi
baltici, e hanno tolto le restrizioni per fornire armi a Georgia e Ucraina
(ossia agli Stati che, con l’aggressione all’Ossezia del Sud e il putsch di
Piazza Maidan, hanno innescato la escalation Usa/Nato contro la Russia).
L’esponente del Dipartimento di stato accusa la Russia non solo di aggressione
militare, ma di attuare negli Stati uniti e negli Stati europei «campagne
psicologiche di massa contro la popolazione per destabilizzare la società e il
governo». Per condurre tali operazioni, che rientrano nel «continuo sforzo del
sistema putiniano per il dominio internazionale», il Cremlino usa
«l’armamentario di politiche sovversive impiegato in passato dai Bolscevichi e
dallo Stato sovietico, aggiornato all’era digitale».
Wess Mitchell accusa la Russia di ciò in cui gli
Usa sono maestri: hanno 17 agenzie federali di spionaggio e sovversione, tra
cui quella del Dipartimento di stato. Lo stesso che ha appena creato una nuova
figura: «il Consigliere senior per le attività maligne della Russia»,
incaricato di sviluppare strategie inter-regionali.
Su tale base, tutte le 49 missioni diplomatiche
Usa in Europa e Eurasia devono mettere in atto, nei rispettivi paesi, specifici
piani d’azione contro l’influenza russa. Non sappiamo qual è il piano d’azione
dell’ambasciata Usa in Italia. Lo saprà però, quale «interlocutore privilegiato
degli Stati uniti», il premier Conte. Lo comunichi al parlamento e al paese,
prima che le «attività maligne» della Russia destabilizzino l’Italia.
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