a. fab. – Il manifesto
25 settembre ’18
Il
decreto sicurezza comincia (articolo 1) con la cancellazione del permesso di
soggiorno per motivi umanitari – di gran lunga il più utilizzato per
l’accoglienza dei profughi – e finisce (articolo 41) con nuove regole per
l’iscrizione delle squadre di calcio ai calendari di serie A e B. Il Quirinale
preannuncia un «attento esame» sul testo che dovrebbe arrivare da palazzo Chigi
oggi o domani, potrebbe anche soffermarsi sull’eterogeneità dei contenuti.
Oltre che sull’esistenza dei requisiti di necessità e urgenza che soli
autorizzano il governo a emanare atti di legge. Ma questi sono aspetti formali,
mentre è nella sostanza del decreto Salvini che si nascondono – neanche tanto –
gli aspetti di incostituzionalità che prima o poi potrebbero fermare le nuove
norme volute dal ministro dell’interno. Se il «poi» è affidato alla Corte
costituzionale – perché è facilmente prevedibile che qualche tribunale le
sottoporrà più di una questione – il «prima» sta tutto nelle mani di Sergio
Mattarella che dovrà decidere se prendere per buone le (piccole) limature del
testo che ci sono state grazie alla moral suasion del Colle. È probabile che
sarà così, perché il controllo del Quirinale in questa fase di emanazione del
decreto si esercita in via informale. D’altra parte questo presidente considera
molto stretti i suoi margini di intervento anche in sede di promulgazione di
una legge. Lo ha detto pubblicamente – «non contano le mie idee… ho l’obbligo
di firmare» – e solo una volta (un anno fa per un evidente errore) ha rinviato
un testo alle camere.
Tra
le novità più a rischio illegittimità c’è sicuramente quella che prevede lo
stop alla richiesta di asilo e soprattutto l’immediata espulsione del
richiedente condannato anche solo in primo grado per uno di quei reati che, in
caso di condanna definitiva, farebbero concludere per il diniego della
protezione. Appare in contrasto con l’articolo 27 della Costituzione, la
presunzione di non colpevolezza, oltre che con il principio di eguaglianza dal
momento che la stretta riguarda solo i migranti. La prova delle pressioni del Quirinale
per cambiare il testo sta nel fatto che in una versione del decreto data per
definitiva ieri sera lo stop e l’espulsione erano previsti in caso di semplice
«procedimento penale», cioè iscrizione al registro degli indagati. Collegata
con l’attribuzione al migrante di un grado di «pericolosità sociale» che però
si presume per una serie di condotte delittuose che il decreto allarga a
dismisura. Se oggi si può rifiutare l’asilo solo per terrorismo o mafia, domani
sarà possibile anche per furto aggravato o violenza a pubblico ufficiale (non
più resistenza, come in una prima bozza). Sembra violare il principio di
eguaglianza anche la novità della cittadinanza revocabile solo per gli
stranieri che l’abbiano acquisita perché nati in Italia (al 18esimo anno) o per
matrimonio, nel caso di condanna definitiva per reati di terrorismo (bastano 5
anni). Una norma del genere in Francia era stata ipotizzata all’interno della
dichiarazione di stato di emergenza, con una riforma costituzionale, ed è stata
comunque ritirata dopo ampio dibattito; qui si vuole procedere per decreto.
Assai
al limite anche il prolungamento fino a 180 giorni della detenzione
amministrativa nei centri di permanenza per il rimpatrio, ma anche in strutture
di polizia diverse dai centri. «Una previsione – secondo l’ex direttore del
dipartimento immigrazione del viminale Mario Morcone, oggi direttore del
Consiglio italiano per i rifugiati – che fa venire meno tutte le garanzie
procedurali e avvia una militarizzazione del tema dell’immigrazione». «È un
testo gravemente lesivo dei diritti civili e umani che non si concilia né con
lo spirito né con la lettera della Costituzione», secondo la senatrice di LeU
Loredana De Petris. Il giudizio negativo arriva anche da diverse associazioni
(Arci, Acli) oltre che dalla Cgil e dall’Associazione dei comuni italiani.
«Speriamo che in parlamento possano essere apportate significative modifiche»,
aggiunge Morcone. L’esame del testo comincerà dal senato
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