Redazione Rassegna sindacale
31 Agosto 2018
31 Agosto 2018
Per la sanità italiana serve un drastico cambio di
rotta: “Ripartire dagli standard di personale per specialistica, per il
completamento delle stabilizzazioni dei precari e per l’avvio di uno
straordinario piano assunzionale che preveda anche l’allargamento delle borse
di specializzazione”. Per Andrea Filippi della Fp Cgil medici, Biagio Papotto
della Cisl medici e Roberto Bonfili della Uil Fpl medici sono queste le
premesse indispensabili anche all’individuazione di interventi urgenti e
transitori per colmare le gravi carenze che affliggono alcuni servizi sanitari.
I dirigenti sindacali lo affermano, dopo le audizioni separate della dirigenza
medica e sanitaria in tema di carenza di medici specialisti del Servizio
sanitario nazionale, che si sono svolte al ministero oggi, 30 agosto.
La Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, la Cisl medici e
la Uil Fpl medici hanno presentato una proposta unitaria “per risolvere il
grave problema della carenza del personale della dirigenza che da anni affligge
i servizi, in particolare quelli di emergenza-urgenza, frutto dei tagli lineari
fatti in questi anni al personale anche in virtù di un indiscriminato blocco
del turn-over”. Una proposta “che vuole mantenere coerenza fra le esigenze di
programmazione e di riorganizzazione del Ssn e quelle che per caratteristiche
di urgenza richiedono più rapidi tempi di attuazione”.
“Riteniamo quindi indispensabile che il confronto si
articoli su un programma di ampio respiro che nel risolvere le problematiche
emergenti sappia investire sul futuro del Servizio sanitario. Le nostre
proposte si situano in una cornice di riferimento che contiene alcuni
presupposti fondamentali: definizione degli standard di fabbisogno di personale
specifici per ciascuna specializzazione; accesso al Servizio sanitario
nazionale consentito solo al conseguimento di una specializzazione o di corsi
di formazione di medicina generale, per garantire il completamento dei percorsi
formativi, ma soprattutto nel rispetto dei titoli necessari all’accesso alle
procedure concorsuali per le assunzioni di personale a tempo determinato e/o
indeterminato; trasformazione dei corsi di formazione in medicina generale in
scuole di specializzazione con standard formativi e retributivi sovrapponibili
a quelle esistenti; revisione del fabbisogno di personale della dirigenza
medica e sanitaria anche per l’adeguamento del numero dei contratti di
formazione specialistica corrispondenti alle reali esigenze registrate su tutto
il territorio nazionale; rinnovamento dei percorsi formativi delle scuole di
specializzazione che devono travalicare i confini dei Policlinici universitari e
inserirsi nelle realtà territoriali e ospedaliere dei Servizi sanitari
regionali anche al fine di consentire una più fluida integrazione e un maggior
spettro di esperienze formative dei giovani medici”.
Da queste preliminari considerazioni, fanno sapere
Fp Cgil, Cisl medici e la Uil Fpl, “riteniamo sia indispensabile avviare un
piano strategico che si articoli su alcuni punti fondamentali: superamento del
vincolo dell’1,4% per la spesa del personale imposto alle Regioni dal patto
della salute del 2001, e avvio di un piano straordinario di assunzioni di
personale a tempo indeterminato in parallelo al completamento dei percorsi di
stabilizzazione dei dirigenti precari; incremento del numero delle borse
disponibili per le scuole di specializzazione, 9.000 per quelle di formazione
specialistica, 3.000 per quelle di formazione di medicina generale; utilizzo,
in via esclusivamente transitoria e in assenza di graduatorie utili e vigenti,
delle graduatorie della specialistica ambulatoriale per assunzioni di personale
dipendente a tempo indeterminato nella cornice contrattuale del contratto
nazionale della dirigenza medica e sanitaria, con la possibilità della
trasformazione dei contratti in convenzione di tipo parasubordinato della
specialistica ambulatoriale in essere in contratti di tipo subordinato propri
della dipendenza. A tal proposito si precisa che l’accesso lavorativo negli
ospedali del Ssn deve essere consentito esclusivamente per mezzo di assunzioni
in ruolo previste dal contratto; utilizzo a livello nazionale di tutte le
graduatorie aziendali utili e vigenti per mezzo di una banca dati centralizzata
e costantemente aggiornata presso il ministero della Salute; revisione del
riconoscimento delle equipollenze specialistiche al fine di garantire risposte
ai servizi sanitari con più evidente sofferenza di personale”.
“Abbiamo chiesto e ribadito l’importanza
dell’apertura di un tavolo di confronto tecnico urgente e serrato che individui
soluzioni a quelle problematiche che denunciamo da anni: integrare gli organici,
aumentare i posti per le specializzazioni, ridare sicurezza ai luoghi di
lavoro, restituire dignità alla professione dei dirigenti del Ssn a partire dal
rinnovo contrattuale ancora dopo dieci anni, ingiustificatamente bloccato”,
concludono Filippi, Papotto e Bonfili.
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