Redazione Antimafia2000
26 agosto 2018
Beni per 150 milioni di euro sono
stati confiscati dalla Dia di Palermo, questa mattina, in esecuzione di un
decreto emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale nei confronti
di Angelo e Giuseppe Ingrassia, entrambi di 61 anni, ritenuti vicini a Cosa
nostra. Il provvedimento scaturisce dalle indagini su infiltrazioni della mafia
nel mercato ortofrutticolo di Palermo, sia direttamente, che attraverso
prestanome, tramite l'influenza della famiglia dell'Acquasanta, retta dal clan
dei Galatolo. Secondo gli inquirenti ci sarebbe stata una vera e propria
"regia occulta" in grado di gestire l'intero mercato, prestabilendo
il prezzo dei beni in vendita, controllando il trasporto su gomma da e per la
Sicilia occidentale e stabilendo i principali centri di approvvigionamento. Un
dato che troverebbe conferme anche nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori
di giustizia.
In particolare gli Ingrassia,
titolari di vari stand nel mercato ortofrutticolo, secondo gli investigatori
avrebbero monopolizzato l'attività attraverso l'utilizzo dei servizi forniti
dalla cooperativa 'Carovana Santa Rosalia' (già colpita dal sequestro
preventivo e per la quale è stata rigettata la richiesta di confisca), per
compravendita di merce, facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di
cassette di legno e materiale di imballaggio. Giuseppe Ingrassia è stato
ritenuto dal Tribunale di Palermo "socialmente pericoloso" e per
questo sottoposto a sorveglianza speciale per quattro anni.
La confisca riguarda numerosi
beni immobili tra cui fabbricati, appartamenti, terreni, negozi e magazzini,
quote di partecipazione societaria, autocarri, auto e moto veicoli e diversi
rapporti bancari e prodotti finanziari.
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