Avviso
ai naviganti. In questi giorni sono arrivate alcune proposte sulla
manifestazione. Per questo attiviamo subito un indirizzo di posta elettronica
dedicato all'iniziativa: lettere@ilmanifesto.it specificando «Avviso ai
naviganti», che raccoglierà adesioni, suggerimenti, consigli, idee da mettere a
disposizione di chi si farà carico di organizzare una giornata di lotta contro
la barbarie politica e sociale
Norma Rangeri - Il manifesto
28 agosto 2018
Chi manipola la sofferenza
sociale e se ne serve per rivolgerla contro l’anello più debole della catena, i
migranti, fino a privarli per giorni dell’assistenza sanitaria, come è accaduto
sulla nave Diciotti, è una persona incivile, è un politico pericoloso che va
combattuto a fondo e a viso aperto. Per questo, per rispondere ad una
ignominiosa viltà ho scritto e confermo che ci vorrebbe una grande manifestazione
di popolo contro le paure, le violenze, le prepotenze, in nome dei diritti, del
rispetto, del senso di umanità che non dobbiamo perdere.
Una bella, ampia, forte,
condivisa mobilitazione non sarebbe sufficiente per liberarci da un ministro
della paura e del bullismo (che se ne farebbe anche vanto).
Ma viviamo in un paese dove
milioni di persone hanno ancora la forza di opporsi, di battersi per le proprie
idee, e disposte a fare argine al dilagare di comportamenti che non avevamo
ancora mai visto prima in modo tanto sfacciato e violento. Perché il razzismo
che viene istillato tra gli italiani – del Nord e del Sud, del periferie
sociali e della piccola e media borghesia – fa davvero paura. E bisogna
fermarlo. La Chiesa lo ha già capito, basta leggere i loro mezzi di
informazione per verificarlo.
E non a caso la Cei, a
conclusione della vicenda Diciotti, ha reso pubblico un comunicato per dire che
sono intervenuti «perché la situazione dal punto di vista umanitario era
diventata insostenibile». Il ministro degli Interni di fronte all’intervento
del Vaticano ha dovuto incassare il colpo e ha cercato di rialzarsi attaccando
la magistratura: come faceva Berlusconi, perché Salvini è un suo figlioccio
politico.
Il manifesto è un giornale. Che
informa, che produce idee, che propone.
E non ha la struttura
organizzativa dei movimenti, delle associazioni, dei partiti, dei sindacati. La
struttura necessaria per mettere in piedi una manifestazione di popolo.
Ma il manifesto è un quotidiano
nazionale che può offrire visibilità e sostegno, facendosi parte promotrice,
raccogliendo le adesioni, dal singolo cittadino ai gruppi organizzati.
Perciò le nostre piccole forze da
adesso in poi saranno in campo, come punto di chi vuole che il nostro Paese non
venga soffocato da un clima di violenza, di intolleranza, di paura. In seguito ci saranno altri motivi per
battersi, perché questo governo ha un ampio sostegno e durerà.
Per il momento vogliamo
impegnarci per porre un argine all’odio alimentato da un ministro, e che per
fortuna non viene condiviso in toto da chi fa parte della maggioranza (il
presidente della Camera ha preso una debita distanza da Salvini e nel M5S è
scoppiato un “mal di pancia” politico che durerà a lungo e prima o poi
esploderà).
In questi giorni sono arrivate
alcune proposte sulla manifestazione. Per questo attiviamo subito un indirizzo
di posta elettronica dedicato all’iniziativa: lettere@ilmanifesto.it
specificando nel soggetto della mail «Avviso ai naviganti», che raccoglierà
adesioni, suggerimenti, consigli, idee da mettere a disposizione di chi si farà
carico di organizzare una giornata di lotta contro la barbarie politica e
sociale.
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