Antonio Marfella- A Sud Onlus
“Terra dei Fuochi” è il marchio
di infamia del fenomeno di smaltimento scorretto non dei rifiuti urbani ma dei
rifiuti speciali, industriali e non solo in Campania, ma in tutta Italia. La
produzione totale dei rifiuti in Italia ha raggiunto cifre e proporzioni
eccezionali in assenza di tracciabilità certa e di impianti a norma
controllati, specie per i rifiuti industriali.
I rifiuti si dividono in tre categorie
precise:
·
i rifiuti urbani, che costituiscono non più del
20% dei rifiuti totali e certamente quelli che fanno meno danno alla salute
pubblica (oggi non più di 29 milioni di tonnellate/anno in Italia)
·
i rifiuti industriali autodichiarati e quindi
“legali” (oltre 135 milioni tonn/anno)
Ma soprattutto i rifiuti speciali
industriali prodotti in regime di evasione fiscale, che quindi non si
autodichiarano e si smaltiscono illegalmente (non meno di 30 milioni di
tonnellate/anno in Italia). A questa quantità assolutamente eccezionale e quasi
del tutto priva di un minimo di valida tracciabilità se non su carta, dobbiamo
aggiungere non meno di altri sei milioni di tonnellate l’anno importate in
Italia dall’estero, sempre senza tracciabilità certa alcuna, per rinvigorire
l’”economia circolare dei rifiuti” quasi tutti nel nord est italiano.
La natura e la qualità quindi di non meno di
200 milioni di tonnellate l’anno totali di rifiuti da gestire e smaltire è
affidata esclusivamente alla semplice buona volontà e alla onestà delle ditte
private messa duramente in tentazione da quella quota (non inferiore al 30% del
totale) di rifiuti industriali prodotti in regime dievasione fiscale in tutta
Italia. La pessima qualità dei nostri rifiuti riciclati – costantemente
“infiltrati” da rifiuti in evasione fiscale – è stata declarata e bloccata dai
principali importatori di nostre materie prime seconde (come la Cina) e ha
quindi determinato, nella perdurante assenza di impianti a norma e controllati
– in Campania zero assoluto da decenni – lo stoccaggio senza possibilità di
riciclo reale di una quantità sempre maggiore di rifiuti all’interno dei siti
di stoccaggio legali di tutta Italia.
Questa è la patogenesi della
nuova Terra dei Fuochi, presente in tutta Italia, con oltre 300 roghi di
impianti di stoccaggio saturi e impossibilitati al riciclo pronti a essere
incendiati per coprire sia la infiltrazione di rifiuti tossici e pericolosi,
sia la pessima qualità di quanto stoccato e quindi la concreta impossibilità di
completare il riciclo nella virtuosa catena della economia circolare.
La tracciabilità dei rifiuti
industriali – in passato proposta tramite il Sistri – non è mai stata attuata e
la “truffa del giro bolla cartaceo”, a suo tempo inventata dai camorristi
casalesi, con passaggio intermedio attraverso impianti di (pseudo)stoccaggio al
solo scopo di cambiare natura e codice Cer dei rifiuti su carta e quindi
smaltirli “legalmente” ovunque sia possibile pagare il meno possibile, è ancora
oggi il metodo vigente.
Il traffico di rifiuti
industriali è almeno quintuplicato rispetto ai cosiddetti “anni d’oro” del clan
dei casalesi e oggi coinvolge tutta Italia ed è direttamente gestita dalle
imprese criminali, senza neanche più intermediazione della malavita organizzata
(fonte Dda). Oltre 42 milioni di tonnellate di rifiuti industriali sono in giro
per l’Italia ogni anno, in incremento costante, senza controllo alcuno se non
cartaceo, quindi facilmente falsificabile. La sola Lombardiaattesta di
“trattare”, sempre senza adeguati controlli in entrata e in uscita, non meno di
29.5 milioni di tonnellate di rifiuti industriali l’anno, cioè una cifra
superiore a quella di tutti i rifiuti urbani prodotti in Italia.
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