Fabrizio Gatti- L’Espresso
Lo scenario del crollo del ponte
Morandi ora cambia completamente. Dal 28 febbraio 2018 la Direzione generale
per la vigilanza del ministero delle Infrastrutture, il Provveditorato alle
opere pubbliche di Genova e la Direzione maintenance e investimenti esercizio
della società Autostrade per l'Italia sapevano che il viadotto aveva problemi
di sicurezza.
L'Espresso ha scoperto una lettera
firmata dal direttore della manutenzione, Michele Donferri Mitelli, che mette
in guardia il ministero delle Infrastrutture sui rischi per il ritardo
nell'approvazione del progetto esecutivo di rinforzo del ponte.
Non si sa chi abbia ricevuto l'avviso,
poiché come destinatario è indicato soltanto l'ufficio. È noto comunque che la
Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali è diretta
da Vincenzo Cinelli, nominato il 14 agosto 2017 su proposta del ministro
Graziano Delrio e confermato dall'attuale ministro Danilo Toninelli. Mentre il
capo del Provveditorato di Genova è l'architetto Roberto Ferrazza, lo stesso
scelto da Toninelli come presidente della commissione d'inchiesta del
ministero. E rimosso nel giro di una settimana, dopo che L'Espresso aveva
scoperto che Ferrazza aveva dato parere favorevole al piano di Autostrade ,
senza prescrivere misure per garantire la sicurezza.
Finora si sapeva che gli uffici
coinvolti fossero al corrente soltanto del degrado della struttura , a
cominciare dai tiranti consumati dalla corrosione del venti per cento. Ma
nessun documento dimostrava che ingegneri e funzionari fossero consapevoli del
pericolo, che ogni giorno e ogni notte decine di migliaia di automobilisti e
camionisti stavano correndo.
La lettera di allarme del
direttore di Autostrade è la seconda di cinque scritte al ministero tra il 6
febbraio e il 13 aprile 2018. In quella del 28 febbraio, protocollata dalla
società con il numero 5003, il manager è esplicito. «Si fa riferimento a quanto
in oggetto», scrive Michele Donferri Mitelli, «alla nostra precedente
corrispondenza e alle interlocuzioni intervenute presso il Comitato tecnico
amministrativo del Provveditorato alla presenza del vostro funzionario Uit
Genova nella seduta del 1.2.2018». Quella del primo febbraio è la riunione
presieduta dal provveditore Ferrazza, alla presenza del rappresentante genovese
della Direzione generale per la vigilanza, l'ingegner Carmine Testa, capo del
Uit, l'Ufficio ispettivo territoriale.
«Al riguardo», continua il
direttore di Autostrade, «dal momento che non abbiamo più avuto evidenza se
siano necessari ulteriori approfondimenti e/o elementi integrativi Vi
significhiamo... di restare a Vostra disposizione qualora siano necessari
chiarimenti e integrazioni in relazione agli aspetti tecnico-economici del
progetto rappresentando, ancora una volta, l'urgenza che riveste la conclusione
dell'iter approvativo dell'intervento».
«Vista l'importanza strategica
dell'opera e la natura dell'intervento», aggiunge Donferri Mitelli, tenuto
conto che il completamento delle procedure di affidamento può essere stimato in
13-15 mesi, «si ritiene, in considerazione del protrarsi dei tempi di approvazione,
che l'intervento non possa essere in esecuzione prima del secondo semestre 2019
o inizio 2020. Tale circostanza comporterebbe una serie di ripercussioni sia
per la pianificazione economica che», e proprio qui viene lanciato l'allarme,
«per l'incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera. Per quanto
sopra, Vi preghiamo di portare avanti l'iter autorizzativo quanto prima».
Il direttore della manutenzione
di Autostrade il 28 febbraio 2018 è dunque consapevole che bisogna fare in fretta
perché, per il ponte Morandi sul torrente Polcevera, è necessario un incremento
di sicurezza: che evidentemente manca. E non bisogna più perdere tempo. Ma
nessuno si attiva per proteggere il viadotto e quanti continuano a passarci
sopra, con prescrizioni come la limitazione del traffico pesante e la riduzione
delle corsie di marcia.
L'autorizzazione al progetto da
parte della Direzione per la vigilanza che Michele Donferri Mitelli sollecita
arriverà soltanto a giugno. Il viadotto crolla il 14 agosto uccidendo 43
persone e provocando lo sgombero di un intero quartiere. Ma già in febbraio
sono evidentemente preoccupati nella società Autostrade per l'Italia, ora
accusata dal governo di aver lasciato per anni deperire la struttura oltre il
punto di non ritorno. Fino a ottobre 2017 non avrebbero fatto abbastanza, a
parte l'ordinaria manutenzione. Tra il 9 e il 13 ottobre il Politecnico di
Milano, con uno studio commissionato dalla concessionaria, segnala che nel
pilone 9 ci sono anomalie che vanno approfondite. Il progetto esecutivo per il
potenziamento dei tiranti viene revisionato. Quindi tra il 30 ottobre e il 3
novembre la società lo invia alla Direzione per la vigilanza sulle
concessionarie. E lì al ministero, l'ufficio di Cinelli il 5 dicembre lo gira al
Provveditorato di Genova per il parere obbligatorio. Il comitato tecnico
amministrativo del Provveditorato si riunisce il primo febbraio. Il progetto
torna alla direzione generale di Cinelli e sparisce fino a metà giugno. Due
mesi dopo proprio il pilone 9 si sbriciola.
Vincenzo Cinelli risponde
direttamente al capodipartimento delle Infrastrutture e, al di sopra, al capo
di gabinetto del ministro. Tanto che oggi tre componenti del suo ufficio di
vigilanza, che non sembra aver vigilato abbastanza, compongono la commissione
d'inchiesta nominata da Toninelli. Un cortocircuito che al nuovo governo continua
a sfuggire.
Sono le carte a dirci ora che il
ponte Morandi da mesi non garantiva la sicurezza, al punto da rendere
necessario un urgente incremento. L'inchiesta della Procura si arricchisce così
di molti testimoni: i tecnici della società che soltanto da ottobre 2017 si
preoccupa di intervenire sulla stabilità del viadotto, il direttore delle
manutenzioni Donferri Mitelli che lancia l'allarme già a febbraio 2018, il
direttore generale del ministero Cinelli, il provveditore Ferrazza, l'ispettore
territoriale Testa, i membri con diritto di voto nel comitato tecnico
amministrativo del Provveditorato di Genova. Giorno dopo giorno, l'elenco si
allunga.
AGGIORNAMENTO: LA REPLICA DI
AUTOSTRADE AL NOSTRO ARTICOLO:
In
relazione alla lettera pubblicata da L’Espresso, Autostrade per l’Italia
evidenzia che si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente
direzione del Ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per
l’approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali
del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere
favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche,
tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del Ministero si stava
protraendo oltre il termine dei 90 giorni. Il progetto aveva l'obiettivo di
migliorare la vita utile dell'infrastruttura. Risulta, quindi, assolutamente
fuorviante e non veritiera l'interpretazione del settimanale secondo cui si
sarebbe trattato di una “lettera d’allarme” che metteva in guardia sulla
"non sicurezza" del viadotto.
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