giovedì 30 agosto 2018

Siria, incontro a Damasco tra i servizi segreti siriani e statunitensi


A cura di don Salvatore Lazzara – L’antidiplomatico


Nei giorni scorsi, nella zona di Mezzeh, nel centro di Damasco, dove si trova il nuovo ufficio del direttore della sicurezza nazionale siriana, è avvenuto un ”meeting” importante tra una delegazione degli Stati Uniti che includeva ufficiali di diverse agenzie di sicurezza e intelligence, e il responsabile dei servizi segreti siriani, Ali Mamlouk, insieme al capo della direzione generale dell'Intelligence, il generale Deeb Zeitoun e il capo di stato maggiore generale, Mowafaq Asaad. Il resoconto dell’incontro è stato presentato dal sito (https://www.syriana-analysis.com/details-of-secret-syrian-american-security-meeting-in-damascus/). L'incontro tra le due delegazioni è durato quattro ore. 
Le due parti hanno esaminato i vari aspetti della crisi siriana e le fasi di sviluppo, con le conseguenti ripercussioni in Medio Oriente. Durante i colloqui, la parte americana ha messo sul tavolo diverse offerte: 
1) Gli Stati Uniti sono pronti a ritirare completamente le truppe dal territorio siriano, comprese le unità presenti ad Al-Tanf, nei pressi dell'Eufrate orientale.
2) La delegazione Usa ha sollecitato gli alti rappresentanti siriani, a far ritirare le truppe iraniane dal sud della Siria. 
3) Hanno chiesto garanzie scritte, affinché alle compagnie statunitensi sia riservata una quota nel settore petrolifero nelle regioni della Siria orientale.
4) Un altra questione su cui hanno insistito gli americani, riguarda i dati dei gruppi terroristici che hanno operato in Siria. I funzionari USA, desiderano avere informazioni per “garantire la sicurezza internazionale”, sui combattenti attivi, di quelli morti identificati e il numero dei sopravvissuti che potrebbero tornare in occidente, alimentando in questo modo, la minaccia del terrorismo nei paesi in cui vanno a risiedere.
La risposta siriana alle richieste della delegazione USA:
1) I funzionari siriani, hanno ribadito che gli Stati Uniti sono una potenza occupante, entrata nel territorio siriano con la forza, senza ricevere il permesso dalle legittime autorità, nazionali e internazionali. Dunque, -hanno chiarito i siriani-, come “siete entrati in Siria, allo stesso modo potete andare via. Finché ciò non accadrà, l’America continuerà ad essere trattata come una potenza occupante. 
2) La Siria non è sola nella regione; fa parte di un ampio asse di alleanze. La posizione siriana sul suo rapporto con l'Iran è molto chiara.
Il presidente Bashar al-Assad ha ripetuto in diverse occasioni, che l’alleanza con Teheran ed Hezbollah libanesi, unitamente alle forze alleate che combattono i terroristi a fianco dell'esercito siriano è “una coalizione forte, strategica”, che non può essere abbandonata o rivisitata. L’offerta presentata non potrà “cambiare le alleanze storiche”.
3) La priorità dopo la guerra è quella di cooperare con i paesi alleati e amici che non hanno cospirato contro il popolo siriano. Non saranno affidate opere di ricostruzione, alle compagnie delle nazioni che hanno complottato contro la Siria. Il generale Mamlouk ha aggiunto: “Quando sarà terminata la fase di ricostruzione, le aziende statunitensi potranno entrare nel settore energetico siriano attraverso società occidentali o russe. Questa apertura -rivolgendosi ai funzionari USA-, consideratela come un gesto di buona volontà come risposta alla vostra visita”.
4) Per quanto riguarda i dati dei gruppi terroristici, -Mamlouk ha spiegato ai suoi illustri visitatori-, che “circa un anno addietro, il vice capo dell'intelligence australiana si è recato a Damasco. Il funzionario, ha confermato che l’incontro rappresentava anche voi, e le vostre richieste. Il dirigente, ha chiesto informazioni sugli islamisti australiani di origine araba che stavano combattendo nelle file dei gruppi terroristici. Ora ripeto quello che ho specificato in quell’incontro: il governo ha una enorme struttura informativa sui gruppi terroristici operanti in territorio siriano, evolutasi drammaticamente durante gli anni della guerra. Siamo pienamente consapevoli dei pericoli che i terroristi rappresentano. Sappiamo che avete bisogno di queste informazioni. Ma non basta. Perchè è altrettanto importante e fondamentale, che i servizi di sicurezza rimangano in contatto durante il periodo di crisi. Come servizi, abbiamo fornito informazioni ai giordani e a molti altri paesi, compresi gli Emirati Arabi Uniti. Ma la nostra posizione in merito, dipende dall'evoluzione della vostra posizione politica sulla Siria. Pertanto, non forniremo alcun coordinamento di cooperazione o sicurezza fino a quando non si raggiungeranno relazioni politiche stabili tra i due paesi”.
L'incontro si è concluso con l'accordo di mantenere la comunicazione attraverso il canale russo e degli emirati Arabi. 

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