venerdì 31 agosto 2018

LAVORO Governo non dà risposte: 11 settembre sciopero Ilva


Redazione Rassegna sindacale
01 Settembre 2018


Sciopero in tutti gli stabilimenti Ilva martedì 11 settembre, con presidio nazionale a Roma sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico. Due ore dopo l'annuncio darriva la convocazione al ministero: i sindacati hanno ricevuto dal ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio la lettera di convocazione del tavolo sull'Ilva per il 5 settembre nel primo pomeriggio al ministero. Al tavolo – oltre a Di Maio – parteciperanno la società AmInvestco, i commissari straordinari dell'Ilva e, oltre a tutti ai segretari generali e ai sindacati metalmeccanici, anche i rappresentati dei lavoratori chimici e del trasporto interessati alla vicenda per l'indotto. Convocata anche Federmanager. Tuttavia, fanno sapere dalla Fiom Cgil, "lo sciopero resta fissato, vediamo il 5 se ci sono le condizioni per avviare la trattativa e quindi revocare la protesta". 
La giornata di protesta è stata annunciata oggi (venerdì 31 agosto) da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil con una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio. “Dal 6 agosto attendiamo notizie per la ripresa del negoziato e la valutazione di legittimità da parte del ministero della gara per l'aggiudicazione del gruppo Ilva”, scrivono i sindacati nella missiva: “Lunedì 27 abbiamo unitariamente sollecitato il governo a convocare tutte le parti e a oggi non abbiamo avuto risposta”. I sindacati ricordano anche che “le risorse finanziarie sono ormai quasi esaurite e il 15 settembre scadrà l'amministrazione straordinaria”. Fiom, Fim e Uilm, dunque, dichiarano, “nel permanere delle condizioni attuali, la mobilitazione generale di tutto il gruppo Ilva”.
Sul futuro del gruppo siderurgico giovedì 30 era intervenuta anche Susanna Camusso. “Il governo deve assumersi la responsabilità di dire se la vendita c'è o non c'è. Notiamo una tendenza a scaricare sugli altri soggetti: questo è inaccettabile. Pensiamo non ci sia più tempo, nel senso che non è che prendendo tempo, rinviando la decisione e chiamando in causa altri il tema si risolve”, aveva detto il segretario generale Cgil nel corso di una visita a Genova. “Come hanno detto le categorie nazionali chiedendo un incontro al ministro – aveva aggiunto –, ribadiamo che il governo ci deve dire se la vendita è stata effettuata oppure no. E, a partire da quello, deve dirci come si determinano le risposte che vanno ancora date in termini ambientali, quelle che riguardano l'occupazione, i salari, l'accordo di programma. Parliamo di una vendita e di risorse finanziarie, il governo deve decidere”.

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