venerdì 31 agosto 2018

MAFIE Traffico di droga e detenzione di armi, fermi nel Foggiano



Redazione – Antimafia 2000
31 Agosto 2018


Presunti esponenti al vertice di due clan rivali sono stati fermati a Vieste (Foggia) nel corso di un'operazione della polizia coordinata dalla Dda di Bari. Nella cittadina garganica negli ultimi mesi sono avvenuti diversi agguati e gli episodi di sangue compiuti dal 2015 ad oggi sono stati 14. I fermi, eseguiti nei giorni scorsi, sono già stati convalidati dal gip di Bari. Le accuse contestate sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l'aggravante della disponibilità di numerose armi da fuoco e del metodo mafioso.
I provvedimenti restrittivi seguono le misure cautelari eseguite dal Comando provinciale dei Carabinieri di Foggia nei confronti di altri pregiudicati viestani, sempre su disposizione della Procura antimafia di Bari.
Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha evidenziato come, dopo i delitti di questi anni "queste carcerazioni hanno probabilmente impedito altri omicidi".
Quindi sono stati forniti i dettagli dell'operazione. Lo scorso 21 agosto la Polizia ha eseguito il fermo dei cugini Claudio e Giovanni Iannoli, di 42 e 32 anni, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga con l'aggravante mafiosa e detenzione di armi. I due cugini farebbero parte del gruppo criminale capeggiato dal pregiudicato Girolamo Perna, ex luogotenente del boss Angelo Notarangelo, ucciso in un agguato mafioso nel gennaio 2015. 
Tale gruppo criminale sarebbe da allora in guerra con una organizzazione rivale i cui esponenti sono stati arrestati in un altro blitz dei Carabinieri. Il 7 agosto scorso, infatti, sono stati fermati il 35enne Marco Raduano, suo nipote Liberantonio Azzarone, di 28 anni, il 55enne Luigi Troiano e suo figlio Gianluigi, di 25 anni. Gli inquirenti hanno sottolineato come "la concorrenza spietata tra i due gruppi per il controllo del territorio, con pizzo imposto sugli imprenditori e lotte per la gestione dello spaccio" sia cominciata dopo l'omicidio del boss Notarangelo, dando vita ad "una lunga scia di sangue con 14 delitti di sangue, sei omicidi, otto tentati omicidi e una lupara bianca". 
"Negli ultimi anni diversi ministri dell'Interno hanno partecipato a riunioni in quel territorio - ha ricordato il procuratore aggiunto di Bari, coordinato della Dda, Francesco Giannella - a dimostrazione che la criminalità foggiana rappresenta una emergenza nazionale". "Una Capitanata insanguinata, in cui dobbiamo fare i conti con i morti ammazzati dalla mafia, - ha detto il pm della Dda di Bari, Giuseppe Gatti - con 300 omicidi in 30 anni, l'80 per cento dei quali irrisolti". "Forte e chiara deve essere la risposta della squadra Stato per ripulire questi territori" ha detto il questore di Foggia, Mario Della Cioppa. "Il nostro lavoro sta minando le fondamenta delle organizzazioni criminali", ha detto il comandante

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