Il
primo giorno al Viminale il ministro dell'Interno ha assunto come collaboratori
tutti i membri dello staff di comunicazione, incluso il figlio di Marcello Foa.
Aumentando a tutti lo stipendio (tanto non sono soldi suoi). E sull'Espresso in
edicola da domenica, l'inchiesta su come funziona la propaganda grilloleghista
Mauro Munafò - L'Espresso
24 agosto 2018
I post contro i migranti e le
ong, le dirette Facebook per attaccare a destra e a manca, gli sfottò nei
confronti di chiunque lo critichi, le bufale razziste rilanciate a milioni di
follower e fan: la comunicazione di Matteo Salvini non è diventata più
istituzionale da quando è seduto nella poltrona di ministro dell'Interno. Ma
qualcosa in realtà è cambiato: ora la propaganda sulle sue pagine Facebook
personali non la paga più lui, ma direttamente il suo dicastero. E quindi tutti
gli italiani.
Nulla di illecito o illegale sia
chiaro. Si tratta dei contratti di collaborazione che ogni ministro, una volta
insediatosi, utilizza per formare la sua squadra. Dai documenti del ministero
dell'Interno si scopre così che già il primo di giugno, primo giorno con il
governo Conte insediato, Salvini ha firmato il decreto ministeriale per
assumere i suoi fedelissimi strateghi social, con stipendi di tutto rispetto.
Primi a passare a libro paga del
Viminale sono stati Morisi e Paganella, i fondatori della “Sistema Intranet”
che da anni gestisce le pagine social di Matteo Salvini e tra i principali
artefici del successo digitale del leghista. Per Luca Morisi, assunto nel ruolo
di “consigliere strategico della comunicazione”, lo stipendio è di 65mila euro
lordi l'anno. Meglio ancora va al suo socio Andrea Paganella, capo della
segreteria di Salvini, che percepirà invece 86mila euro l'anno fino alla durata
del governo.
Non finisce qui. Passano due
settimane e la squadra di Salvini si allarga: il 13 giugno vengono assunti
direttamente dal Viminale anche altri quattro membri del team social già al
lavoro per la propaganda social salviniana. Passano a libro paga del governo
anche Fabio Visconti, Andrea Zanelli e Daniele Bertana, tutti con lo stesso
stipendio: 41mila euro lordi, circa 2mila euro netti al mese. Stessa cifra e
carica, “collaborazione con l'ufficio stampa”, anche per Leonardo Foa, il
figlio del candidato alla presidenza Rai del governo gialloverde Marcello Foa
che già l'Espresso aveva raccontato essere al servizio del segretario della
Lega .
Il conto totale dello staff di
Salvini passato a libro paga delle casse statali è presto fatto: 314mila euro
l'anno per lo staff social, a cui vanno aggiunti i 90mila euro l'anno garantiti
al capo ufficio stampa Matteo Pandini, ex giornalista di Libero e autore di una
biografia di Salvini, assunto il primo luglio scorso. Insomma, più o meno mille
euro al giorno pagati da tutti per ricevere tweet, dirette Facebook e selfie da
campagna elettorale permanente.
Un dettaglio interessante che
emerge dagli stipendi del team social è quello della generosità di Matteo
Salvini: generosità con i soldi pubblici però. In una dichiarazione del maggio
scorso Luca Morisi , rispondendo agli articoli della stampa, aveva affermato
che la Lega aveva stipulato con la sua “Sistemi Intranet” un contratto da
170mila euro annuali per i vari servizi di comunicazione che richiedevano il
lavoro di 4 persone: fatta la divisione, significa 42mila euro a persona.
A un solo anno di distanza, e una
volta conquistata la poltrona di ministro, Salvini ha deciso di dare a tutti un
aumento: il team social, come abbiamo scritto, si compone ora di sei persone
per un totale di 314mila euro annui. In media sono 52mila euro a testa, 10mila
in più rispetto a quando gli assegni li firmava via Bellerio. La pacchia è
iniziata.
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