Zavatti
(Cgil): “Aumenti sconvolgenti anche nelle categorie dei grandi evasori, ma
nessun cenno agli urgenti e necessari bandi di concorso per l'avvio delle
assunzioni indispensabili di poliziotti, carabinieri e finanzieri”
Redazione Rassegna sindacale
24 agosto 2018
Come ogni agosto, anche
quest'anno il Viminale ha emesso il Report che riassume l'attività di
prevenzione e repressione alla criminalità, svolta nell'anno passato dal 1° agosto
2017 al 31 luglio 2018.
Alcune decine di cartelle che
descrivono crescite nei risultati relativi alla più grave criminalità
organizzata, a fronte di un calo sul versante dei “delitti comuni” (180.000 in
meno), omicidi e rapine.
Nessun cenno, invece, “agli
urgenti e necessari bandi di concorso per l'avvio delle assunzioni
indispensabili di poliziotti, carabinieri e finanzieri, i cui organici sono in
rosso e le anzianità medie più elevate in Europa. Considerando le forze
dell'intero comparto sicurezza, la carenza media degli organici è arrivata al
-14,5%”, scrive la Cgil Emilia Romagna, in una nota.
A livello nazionale, però,
aumenta il numero dei mafiosi arrestati rispetto l'anno precedente (+ 35) e dei
“latitanti di massima pericolosità catturati (n° 53)”. Sono cresciuti gli
“accessi ispettivi antimafia nei Comuni (n° 26)” e le “gestioni commissariali
per infiltrazioni sospette (n° 34)”. Nell'anno trascorso, si registrano 32.270
atti di sequestri e confische, di cui 1.545 riguardano aziende per oltre 7,7
miliardi.
Un ferragosto 2018 che fotografa,
anche per l'Emilia-Romagna, il dato significativo della lotta alla criminalità
organizzata, con un complessivo totale di 719 beni sequestrati/confiscati,
assegnati alla gestione della Agenzia nazionale, di cui 626 sono beni immobili
e 93 sono imprese. Di questi, ad oggi, solo 156 sono beni “restituiti alla
collettività”: 143 immobili e 13 aziende (vedi allegato).
“Una lunga e pesante storia che
racconta di una certa efficacia nel contrasto alla economia malavitosa, ma,
allo stesso tempo, la evidente necessità ed urgenza di snellire e concretizzare
le procedure per l'assegnazione sociale nei territori dei tanti beni ripresi
alle mafie, specie se imprese in funzione”, afferma Franco Zavatti del
coordinamento Legalità Cgil Emilia-Romagna.
E per quanto riguarda la grande
evasione / truffa fiscale - dati Qui Finanza - se l'imponibile evaso in Italia
nell'anno è cresciuto del 4,7%, il Nord “sviluppato” evade con queste
percentuali: Lombardia +6,3%, Veneto +5,4%, Liguria e Piemonte +4,8%,
Emilia-Romagna +3,8%.
“Con dati sconvolgenti sulle
categorie dei grandi evasori – continua - il 76% delle società di capitali, il
33% delle imprese industriali, seguiti dal 30% di bancari / assicurativi e, più
in basso, commercianti per l’11,8%, professionisti con il 7,5%.
“Infine – conclude la Cgil
regionale -, molto strano e singolare che nel Report di questo ferragosto 2018,
il neo Ministro e vice premier, abbia voluto aggiungere un 'allegato' che
riporta i risultati ottenuti con la sua gestione bimensile: 1 giugno - 31
luglio 2018! Latitanti arrestati n° 6; accessi ispettivi antimafia nei Comuni
n° 4, poi, sopratutto, n° 22 espulsioni per sicurezza, solo 5.116 immigrati
sbarcati nei due mesi”.
Ancor più strano, ed
inaccettabile per il sindacato, è che poco prima dello stesso Ferragosto (il 25
luglio) il Ministero del Lavoro, diretto dall'altro vice premier, pubblica il
report semestrale sugli esiti ispettivi contro il lavoro irregolare/illegale,
con solo i dati generici e riassuntivi nazionali, dicendo che nello scorso
semestre '[…] in Italia si sono riscontrate il 65% di irregolarità sul lavoro'.
Non vengono quindi più resi noti
i dati distinti per ogni regione e per ogni provincia, sul totale dei
lavoratori in nero, sui reati di sicurezza, di caporalato, evasione fiscale /
contributiva, sul numero delle denunce penali distinte per i diversi settori
produttivi e per ogni territorio.
“Dati essenziali – conclude
Zavatti - per fare, non a parole, un po’ di reale contrasto mirato e di prevenzione.
In ogni caso la Cgil continua a battersi per l'attivazione ed il sostanziale
funzionamento “dei Tavoli territoriali, degli strumenti e sedi di confronto
previsti dal Testo Unico regionale su 'Legalità e Appalti', oltre alle
previsioni del nuovo Codice Antimafia. Ciò al fine di rafforzare l'analisi e la
possibile attività di prevenzione dei sempre più gravi fenomeni di illegalità
economica radicati anche nei nostri territori, convergendo l'impegno delle
istituzioni locali e delle parti sociali”.
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