Luca Cellini, Pressenza
27 agosto 2018
Catania: Le 177 persone illegalmente
trattenute sulla nave Diciotti vengono finalmente liberate.
Il Presidio antirazzista, che era
andava avanti da martedì, dopo vari giorni di pressioni, manifestazioni e
trattative in favore del rilascio delle persone a bordo della nave ormeggiata
davanti al porto di Catania, ha ottenuto un risultato di storica importanza,
qualcosa che forse traccerà una linea di separazione precisa fra un prima e un
dopo.
“Siamo in tanti contro questa
disumanizzazione!” recitava uno striscione del presidio. Un altro riportava
“Una sola e unica voce contro questo torto infame!”
Il giorno martedì 21 agosto aveva
visto l’inizio dei primi movimenti di questo presidio, partito tramite
l’organizzazione di USB, Rete antirazzista Catanese, Emergency, Welcome to
Europe, Save the Children.
Le frizioni col Ministero
dell’Interno sono iniziate fin dal primo giorno: USB e le altre organizzazioni
del presidio si erano presentate presso il Porto di Catania dietro formale
richiesta legale per far salire una delegazione sulla nave Diciotti al fine di
verificare le condizioni igienico sanitarie a bordo. Delegazione in seguito
respinta e allontanata.
“La visita di una delegazione del
Garante nazionale sulla nave Diciotti ha confermato le preoccupazioni per i
rischi di violazione di norme nazionali e sovranazionali. Per tale motivo il
Garante ha inviato una informativa su quanto riscontrato alle Procure di
Agrigento e di Catania, che hanno aperto dei fascicoli relativamente alla
vicenda Diciotti, per le loro opportune valutazioni.
Quella sopra una parte del testo
della dichiarazione legale e formale presentata giovedì, dove, come si legge
dalla stessa, “per violazione di norme nazionale e sovranazionali” in seguito
nella giornata di oggi, si è proceduto all’apertura d’una indagine per ipotesi
di reato e alla richiesta formale di dimissioni a carico del Ministro
dell’Interno Matteo Salvini.
Nella serata, ci siamo messi in
contatto telefonico con Dafne Anastasi, una delle organizzatrici dell’Unione
Sindacale di Base che hanno indetto il presidio e ci siamo fatti raccontare
come si è svolta quest’ultima giornata di questo importante presidio. “Oggi,
quinto giorno da cui siamo presenti, c’è stata una tensione crescente. Nella
notte di ieri era stata innalzata una rete al termine del molo per impedirci in
tutti i modi di avere una forma di contatto, anche visivo con i passeggeri a
bordo della nave Diciotti. L’obbiettivo delle forze dell’ordine è stato fin
dall’inizio rendere impossibili tutti gli accessi, cercando di bloccare
l’ingresso al molo del nostro presidio.
Noi in questi giorni abbiamo
usato molto coraggio e fantasia. Per farci vedere dalle persone a bordo della
nave abbiamo usato ogni mezzo, la musica, gli striscioni, i fuochi di
artificio, la luce di tutti i telefonini accesi nella notte, i cori. Nella
serata di oggi, prima dell’annuncio del rilascio delle persone a bordo, siamo
riusciti anche a far volare in cielo verso la nave, delle lanterne cinesi con
attaccati sopra dei modelli cartacei C3, documenti per la richiesta formale di
asilo, visto che la maggior parte di loro sono fuggiti da zone di guerra e sono
perciò richiedenti asilo politico e umanitario. Siamo sempre riusciti a
mantenere la calma, nonostante i momenti di tensione. Alcuni di noi nel
pomeriggio erano riusciti a buttarsi in mare nel tentativo di raggiungere a
nuoto la nave. Adesso ci hanno appena comunicato che finalmente entro le 4 di
stanotte procederanno alle operazioni per far scendere a terra tutte le persone
della Diciotti. Siamo oltremodo felici, per noi è una importantissima vittoria
di quella parte di società che non vuole arrendersi alle politiche razziste;
per noi questo presidio ha significato anzitutto poter dare un importante
segnale, riaffermare la nostra umanità, che non vada mai persa.”
Da segnalare che alle 18 di oggi,
cinque donne a bordo della nave si erano rifiutate di scendere da sole, per non
essere separate dal loro nucleo familiare.
Sempre nella serata di oggi c’è
anche stata anche una pesante carica della polizia, dove due partecipanti al
presidio sono stati gravemente feriti. ”Dopo la carica della polizia il
presidio si è presto riorganizzato, riuscendo immediatamente a riprendere il
controllo della piazza adiacente il molo. Questa giornata era importante, non
poteva e non doveva passare inosservata, né potevamo permetterci che venisse
compromessa con episodi di violenza. Siamo stati bravissimi a mantenere la
calma, a non rispondere alla tensione, pur avendo avuto due nostri compagni
feriti gravemente nella carica di poche ore fa, soprattutto siamo riusciti a
non cadere nelle classiche provocazioni di piazza” ci ha raccontato Giuseppe
Tiano, un altro degli organizzatori USB presenti al presidio antirazzista.
Il risultato di questo lungo
presidio è da interpretare come un primo importantissimo segnale, in netta
controtendenza con le politiche muscolari del governo attuate finora con la
chiusura dei porti e con il respingimento delle persone. Adesso Salvini, che aveva condotto questo
lungo braccio di ferro sulla Diciotti, dovrà affrontare una formale indagine
della magistratura, oltre che per violazione di norme in materia di Diritto
Internazionale, anche per abuso d’ufficio, sequestro di persona e arresto
illegale.
Vorremmo pensare che questa
giornata possa essere l’inizio di una inversione nelle politiche razziste e
discriminatorie portate avanti finora da questo governo.
Ci piace inoltre ricordare il
cartello più significativo presente in questo presidio, con la scritta:
“UMANITA’ SENZA FRONTIERE”
Un caloroso plauso e un forte
abbraccio a tutte le persone presenti in questi giorni a Catania al Presidio
Antirazzista, riaffermando la profonda contraddizione di una società che
permette alle merci di girare liberamente tutti i giorni, ovunque, mentre nega
sempre più spesso alle persone ogni diritto a sopravvivere e ogni libertà di
muoversi nel tentativo di difendere la propria vita. E tutto questo per il solo
fatto di essere povere.
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