domenica 26 agosto 2018

ITALIA Nave Diciotti, c’è vita sul Pianeta Italia


Luca Cellini, Pressenza
27 agosto 2018


Catania: Le 177 persone illegalmente trattenute sulla nave Diciotti vengono finalmente liberate.
Il Presidio antirazzista, che era andava avanti da martedì, dopo vari giorni di pressioni, manifestazioni e trattative in favore del rilascio delle persone a bordo della nave ormeggiata davanti al porto di Catania, ha ottenuto un risultato di storica importanza, qualcosa che forse traccerà una linea di separazione precisa fra un prima e un dopo.
“Siamo in tanti contro questa disumanizzazione!” recitava uno striscione del presidio. Un altro riportava “Una sola e unica voce contro questo torto infame!”
Il giorno martedì 21 agosto aveva visto l’inizio dei primi movimenti di questo presidio, partito tramite l’organizzazione di USB, Rete antirazzista Catanese, Emergency, Welcome to Europe, Save the Children.
Le frizioni col Ministero dell’Interno sono iniziate fin dal primo giorno: USB e le altre organizzazioni del presidio si erano presentate presso il Porto di Catania dietro formale richiesta legale per far salire una delegazione sulla nave Diciotti al fine di verificare le condizioni igienico sanitarie a bordo. Delegazione in seguito respinta e allontanata.
“La visita di una delegazione del Garante nazionale sulla nave Diciotti ha confermato le preoccupazioni per i rischi di violazione di norme nazionali e sovranazionali. Per tale motivo il Garante ha inviato una informativa su quanto riscontrato alle Procure di Agrigento e di Catania, che hanno aperto dei fascicoli relativamente alla vicenda Diciotti, per le loro opportune valutazioni.
Quella sopra una parte del testo della dichiarazione legale e formale presentata giovedì, dove, come si legge dalla stessa, “per violazione di norme nazionale e sovranazionali” in seguito nella giornata di oggi, si è proceduto all’apertura d’una indagine per ipotesi di reato e alla richiesta formale di dimissioni a carico del Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Nella serata, ci siamo messi in contatto telefonico con Dafne Anastasi, una delle organizzatrici dell’Unione Sindacale di Base che hanno indetto il presidio e ci siamo fatti raccontare come si è svolta quest’ultima giornata di questo importante presidio. “Oggi, quinto giorno da cui siamo presenti, c’è stata una tensione crescente. Nella notte di ieri era stata innalzata una rete al termine del molo per impedirci in tutti i modi di avere una forma di contatto, anche visivo con i passeggeri a bordo della nave Diciotti. L’obbiettivo delle forze dell’ordine è stato fin dall’inizio rendere impossibili tutti gli accessi, cercando di bloccare l’ingresso al molo del nostro presidio.
Noi in questi giorni abbiamo usato molto coraggio e fantasia. Per farci vedere dalle persone a bordo della nave abbiamo usato ogni mezzo, la musica, gli striscioni, i fuochi di artificio, la luce di tutti i telefonini accesi nella notte, i cori. Nella serata di oggi, prima dell’annuncio del rilascio delle persone a bordo, siamo riusciti anche a far volare in cielo verso la nave, delle lanterne cinesi con attaccati sopra dei modelli cartacei C3, documenti per la richiesta formale di asilo, visto che la maggior parte di loro sono fuggiti da zone di guerra e sono perciò richiedenti asilo politico e umanitario. Siamo sempre riusciti a mantenere la calma, nonostante i momenti di tensione. Alcuni di noi nel pomeriggio erano riusciti a buttarsi in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto la nave. Adesso ci hanno appena comunicato che finalmente entro le 4 di stanotte procederanno alle operazioni per far scendere a terra tutte le persone della Diciotti. Siamo oltremodo felici, per noi è una importantissima vittoria di quella parte di società che non vuole arrendersi alle politiche razziste; per noi questo presidio ha significato anzitutto poter dare un importante segnale, riaffermare la nostra umanità, che non vada mai persa.”
Da segnalare che alle 18 di oggi, cinque donne a bordo della nave si erano rifiutate di scendere da sole, per non essere separate dal loro nucleo familiare.
Sempre nella serata di oggi c’è anche stata anche una pesante carica della polizia, dove due partecipanti al presidio sono stati gravemente feriti. ”Dopo la carica della polizia il presidio si è presto riorganizzato, riuscendo immediatamente a riprendere il controllo della piazza adiacente il molo. Questa giornata era importante, non poteva e non doveva passare inosservata, né potevamo permetterci che venisse compromessa con episodi di violenza. Siamo stati bravissimi a mantenere la calma, a non rispondere alla tensione, pur avendo avuto due nostri compagni feriti gravemente nella carica di poche ore fa, soprattutto siamo riusciti a non cadere nelle classiche provocazioni di piazza” ci ha raccontato Giuseppe Tiano, un altro degli organizzatori USB presenti al presidio antirazzista.
Il risultato di questo lungo presidio è da interpretare come un primo importantissimo segnale, in netta controtendenza con le politiche muscolari del governo attuate finora con la chiusura dei porti e con il respingimento delle persone.  Adesso Salvini, che aveva condotto questo lungo braccio di ferro sulla Diciotti, dovrà affrontare una formale indagine della magistratura, oltre che per violazione di norme in materia di Diritto Internazionale, anche per abuso d’ufficio, sequestro di persona e arresto illegale.
Vorremmo pensare che questa giornata possa essere l’inizio di una inversione nelle politiche razziste e discriminatorie portate avanti finora da questo governo.
Ci piace inoltre ricordare il cartello più significativo presente in questo presidio, con la scritta: “UMANITA’ SENZA FRONTIERE”
Un caloroso plauso e un forte abbraccio a tutte le persone presenti in questi giorni a Catania al Presidio Antirazzista, riaffermando la profonda contraddizione di una società che permette alle merci di girare liberamente tutti i giorni, ovunque, mentre nega sempre più spesso alle persone ogni diritto a sopravvivere e ogni libertà di muoversi nel tentativo di difendere la propria vita. E tutto questo per il solo fatto di essere povere.

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