Redazione – Rassegna sindacale
25 agosto 2018
“Il giorno più buio degli
infortuni mortali sul lavoro, 4 nella sola giornata di ieri (21/08/2018), porta
la media giornaliera a quasi 2 morti al giorno, colpisce anche la nostra
Regione, infatti il 51 enne deceduto nel Vibonese, impegnato nel funzionamento
di una trivella con una ditta che eseguiva i lavori per conto di RFI ( Rete
Ferroviaria Italiana) era di Lauria”. Lo dichiarano Angelo Summa, segretario
generale Cgil Basilicata e Enzo Iacovino, segretario generale Fillea Cgil
Basilicata.
“Dalle prime indiscrezioni
sembrerebbe che la morte sia avvenuta a seguito dello scoppio di un grosso tubo
di aria compressa della Trivella che ha travolto e ucciso il lavoratore, e ,
questo pone subito i primi interrogativi - proseguono i sindacalisti -. La
manutenzione ordinaria ed i dovuti controlli erano stati eseguiti sulla
trivella? Il tubo era stato sostituito entro il termine previsto? Un tubo di
quelle caratteristiche sopporta una forte pressione in grado da far funzionare
una trivella non scoppia se non è: vecchio, obsoleto, o usurato”.
“Dobbiamo decidere” continuano,
"se la sicurezza è un atto solo legislativo oppure la un atto significante
e soprattutto di applicazione di procedure e sistemi che consentono di lavorare
in sicurezza. Ed è il fattore umano una delle componenti che spesso,
inconsapevolmente, si tende a sottovalutare; in questi tempi di recessione e,
quindi, di crisi economica, dove il fattore capitale è ritenuto più importanti
del fattore umano. Siamo capaci di dare gli stessi standard di sicurezza a
tutti coloro che sono impegnati in lavori pericolosi? Oppure in tempi di crisi
la nostra attenzione è catalizzata a conservare i posti di lavoro a scapito
della sicurezza?", si chiedono.
La sicurezza è una cultura e le
responsabilità non vanno ricercate solo in capo alle aziende, la sicurezza non
è solo un impegno contrattuale ed individuale ma è segno di civiltà del lavoro.
"Sicuramente - a loro avviso - la sicurezza è un bene pubblico che va
salvaguardato dalle istituzioni, la presenza di rappresentanti della sicurezza
in ogni cantiere, che ha una dimensione superiore ai 15 dipendenti e la
presenza dei rappresentanti della sicurezza territoriale , nei cantieri
inferiore ai 15 dipendenti, dovrebbe dare un margine di operatività se non
fosse che queste presenze oltre ad essere dimenticate dai datori di lavoro,
sono spesso messe in condizioni di non fare il loro ruolo".
Le norme ci sono è sono
innovative, ma se non si applicano diventano un peso e una responsabilità di
accumulare le carte per essere in regola. "Va invertita la tendenza degli
ultimi anni: basta tagli ai servizi pubblici, chiediamo con forza che vi sia un
potenziamento dei servizi ispettivi, maggior rigore, maggiori controlli.
Pensiamo sia giunto il momento di istituire anche in questo paese il reato di
omicidio sul lavoro; questo sarebbe un bel segnale da parte del governo ai più
deboli ai più esposti ai rischi".
“Noi abbiamo fatto della
sicurezza sui luoghi di lavoro una delle missioni più nobili del sindacato”
concludono i sindacalisti, “non possiamo consentirci di fallire così
miseramente, dobbiamo immaginare che l’esperienza deve insegnarci a capire e trovare
le soluzioni adeguate, altrimenti abdichiamo al nostro ruolo. L’analisi non può
essere asettica, dietro un incidente sul lavoro lieve o grave che sia bisogna
tener conto, soprattutto, l’aspetto dei sentimenti di una tragedia che colpisce
una famiglia; quando si subisce la perdita di un congiunto sul lavoro, ed è un
dolore che segna per tutta la vita, quante mogli e figli cresceranno e vivranno
senza il padre, per non parlare dei costi sociali ai quali siamo chiamati a
rispondere. L’emotività - infine - è una componente che non ci deve coinvolgere
solo alla notizia della morte del lavoratore, ma deve rappresentare quel giusto
input per mettere tutto il nostro impegno, quotidiano e con qualsiasi mezzo per
mantenere viva l'attenzione sulla sicurezza, la salvaguardia dei nostri
lavoratori affinché si possano evitare tragedie famigliari”.
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