Redazione Rassegna sindacale
01 Settembre 2018
01 Settembre 2018
“Pur in crescita, si conferma il rallentamento
dell'economia italiana a metà dell'anno in corso, ma forse il peggio deve
ancora venire. Siamo sempre troppo lontani dai livelli pre-crisi di Pil,
consumi e investimenti”. Così la Cgil Nazionale commenta i conti economici
trimestrali diffusi quest’oggi dall’Istat.
L’Istituto nazionale di Statistica ha pubblicato i
conti economici relativi al periodo aprile-giugno 2018. Nel secondo trimestre
dell'anno (aprile-giugno) l'economia italiana è cresciuta dello 0,2%,
confermando il rallentamento segnato nel primo trimestre, che aveva registrato
un +0,3%.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, invece,
diminuiscono i disoccupati e aumentano gli inattivi: gli sfiduciati che un
lavoro non lo cercano più. Il tasso di disoccupazione nel mese scorso è sceso
al 10,4 %, calando così di 0,4 punti percentuali rispetto a giugno e tornando
ai livelli di marzo 2012. In calo anche la disoccupazione giovanile, scesa il
mese scorso al 30,8% (-1,0 punti), ovvero al minimo da ottobre 2011. Aumentano
però gli inattivi con una crescita dello 0,7% rispetto a giugno (pari a 89mila
unità in più)
“Finalmente - osserva la Confederazione - si inverte,
dopo anni, la tendenza ad affidare la crescita nazionale prevalentemente alla
domanda estera, viste anche le tensioni geoeconomiche, e il contributo alla
variazione positiva del Pil viene praticamente solo dagli investimenti
interni”. Tuttavia, a sostenere gli investimenti fissi sono per la Cgil
“prevalentemente le spese per i mezzi di trasporto e non per impianti e
macchinari, mentre gli investimenti in ricerca, innovazione e brevetti si
riducono”.
Il contributo alla crescita del Pil da parte dei
consumi delle famiglie e della spesa pubblica è invece nullo, “sebbene -
aggiunge - le importazioni crescano
denotando una forte domanda inevasa da parte della produzione nazionale”.
“Tutto questo - sottolinea il sindacato di corso
d’Italia - in corrispondenza di una disoccupazione ancora a due cifre e oltre
il 30% per i giovani. Inoltre, va posta attenzione alla persistente difficoltà
alla ripresa occupazionale della fascia d'età 35/49".
Visto che il quadro economico e occupazionale Istat
di oggi aiuta a determinare le prospettive macroeconomiche su cui il Governo si
concentrerà nelle prossime ore per stilare la nota di aggiornamento del Def e
soprattutto il disegno di legge di Bilancio 2019, “appare urgente un aumento
cospicuo degli investimenti pubblici. Bisogna - prosegue - selezionare i
settori di intervento in ragione delle priorità nazionali, a partire dalle
infrastrutture, dalla manutenzione del territorio e dalla prevenzione dei rischi,
oltre che dell'innovazione necessaria alla struttura produttiva italiana”.
Infine, conclude la Cgil “solo una maggiore qualità
delle produzioni può garantire maggiore e migliore occupazione. Crescita
sostenuta e qualità del lavoro costituiscono le basi per la sostenibilità degli
stessi conti pubblici e la credibilità dei mercati finanziari”.
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