Shendi Veli – Il manifesto
04 Settembre 201
04 Settembre 201
La battaglia della Casa
Internazionale delle Donne e degli spazi femministi di Roma arriva al
Parlamento Europeo. Una delegazione di attiviste della Casa, di Lucha Y Siesta
e della rete dei centri anti violenza D.i.Re., è intervenuta ieri in
un’audizione alla Commissione «Femm» per i diritti della donna e l’uguaglianza
di genere del Parlamento Europeo. Le donne coinvolte nell’iniziativa hanno
chiesto il sostegno del Parlamento Europeo in difesa degli spazi di
autogestione femminile che subiscono un duro attacco in Italia, in particolare
a Roma, sotto il governo della giunta Raggi.
IL 3 AGOSTO, nonostante la forte
mobilitazione cittadina che da mesi si oppone al provvedimento, è arrivata per
la Casa Internazionale delle Donne la revoca ufficiale della concessione dello
stabile di Via della Lungara. Lo spazio da più di trent’anni è un crocevia di
autorganizzazione culturale e politica delle donne a Roma. Anche la casa delle
donne Lucha y Siesta nel quartiere Tuscolano è oggi sotto sgombero, un punto di
riferimento per l’accoglienza e la tutela di donne, soprattutto migranti,
vittime di violenza, e luogo di incontro politico attivo dal 2008.
L’INIZIATIVA a Bruxelles è stata
sottoscritta dall’europarlamentare Eleonora Forenza, gruppo Gue-Ngl, che ha
firmato una lettera diretta al presidente del Parlamento Europeo Tajani e al
Presidente del Consiglio Conte, che chiede alle istituzioni di schierarsi in
difesa degli spazi di libertà delle donne. «L’Europa ha bisogno del pensiero
politico delle donne se vuole davvero combattere i sovranismi e i razzismi –
sostiene Forenza – le pratiche femministe di cooperazione, internazionalismo e
sorellanza hanno molto da insegnare».
LA LETTERA è già stata firmata da
43 eurodeputate. Nell’audizione le attiviste hanno sottolineato come i luoghi
impegnati a sradicare la violenza sulle donne e a promuovere
l’autorganizzazione politica femminile stiano subendo l’attacco del governo e
delle amministrazioni locali. La Commissione «Femm» ha accolto con grande
interesse le istanze valutando la possibilità di emettere una risoluzione in
difesa degli spazi.
«LA SODDISFAZIONE dopo
l’audizione è stata enorme. Le eurodeputate, al contrario dell’amministrazione
capitolina, hanno dimostrato vicinanza e comprensione, nonché preoccupazione
per i fatti denunciati e l’evidente progressivo logoramento della garanzia dei
diritti e delle libertà delle donne» ha dichiarato Francesca Koch, della Casa
Internazionale di via della Lungara.
IL 22 SETTEMBRE a Lucha y Siesta,
in Via Lucio Sestio 10 a Roma , è stato convocato dal movimento Non Una di meno
un incontro nazionale delle case delle donne. L’iniziativa «Le città femministe
esistono e resistono» è preliminare all’assemblea del movimento prevista per
ottobre. «Noi sappiamo che questi luoghi non sono centri servizi al femminile o
start up per il terzo settore, ma luoghi di autodeterminazione, ricostruzione
di vissuti e relazioni, presidi a tutela della dignità» .
L’APPELLO di convocazione
dell’assemblea denuncia, tra l’altro, un processo di istituzionalizzazione volta
a rendere le case delle donne luoghi di mera erogazione di servizi, controllati
dall’autorità politica di turno: «Si vogliono spazzare via luoghi costruiti
sulla solidarietà e il mutuo aiuto femminista – sostengono le promotrici –
Questi luoghi possono invece contrastare l’emergere delle forze autoritarie e
reazionarie e i senatori leghisti che vorrebbero mettere mano alla legge 194.
Carissime compagne abbiamo voglia di Utopia».
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