Redazaione Today
03 Settembre 2018
03 Settembre 2018
Il numero di migranti sbarcati in Italia attraverso
la rotta mediterranea centrale è il più basso mai registrato in questo periodo
dell'estate in almeno cinque anni. I numeri dell’Organizzazione internazionale
per le migrazioni (Oim) fanno esultare Salvini che ieri si è detto
"orgoglioso" di "aver ridotto gli sbarchi in Italia al minimo
storico", anche se come vedremo il merito non è solo suo (anzi) e le cose
sono un po’ più complesse di come appaiono.
Certo è che secondo l’Oim il numero di migranti
sbarcati sulle coste europee, dunque non solo italiane, è in netto calo
rispetto allo scorso anno.
Sono 68.098 i migranti arrivati via mare dal 1°
gennaio al 29 agosto 2018, contro gli oltre 124mila dell’anno precedente. Il
grosso degli arrivi – oltre 32mila - si è registrato in Spagna, mentre in
Italia negli stessi mesi sono sbarcati poco meno di 20mila migranti, a cui
vanno però aggiunti 1328 richiedenti asilo giunti dalla rotta dell’est.
Ma sono soprattutto i dati di agosto a far
riflettere: sono 5984 i migranti accolti dalla Spagna, circa quattro volte di
più rispetto a quelli arrivati in Italia (1328) e più del doppio della Grecia.
I dati del Viminale, aggiornati al 31 agosto del
2018, dicono che nel mese di agosto in Italia sono sbarcati 1455 migranti, in
calo del 62% rispetto ai 3920 dello stesso mese del 2017.
Ma se gli arrivi sono in costante diminuzione una
parte del merito va certamente anche all’operato dell’ex ministro Minniti, se
pensiamo ad esempio che negli ultimi mesi del 2017 e nei primi del 2018 si è
registrato un calo nell’ordine del 70-80 per cento. È però vero che negli anni
precedenti (al Viminale c’era Angelino Alfano) si era assistito un vero e
proprio boom di sbarchi con170mila arrivi nel 2014, 153mila nel 2015 e 181.436
nel 2016.
Il trend storico, gli sbarchi ripresi dopo la
primavera araba
Ma le cose sono un po’ più complesse di come
appaiono. Come sottolinea l’Ismu, in realtà gli sbarchi erano ripresi a un
ritmo sostenuto già nel 2011 dopo che prima araba provocò la caduta dei regimi
autocratici in Tunisia, Egitto e Libia.
Né va dimenticato, spiega ancora la fondazione, che
"tra il 2013 e il 2014 l’emergenza umanitaria è culminata nella tragedia
del naufragio di una imbarcazione davanti all’isola di Lampedusa in cui hanno
perso la vita 366 persone" ed "a seguito di tale evento drammatico il
Governo italiano ha promosso l’operazione “Mare Nostrum”, operazione militare e
umanitaria nel Mar Mediterraneo per fronteggiare lo stato di emergenza in corso
nello Stretto di Sicilia dovuto all’eccezionale afflusso di migranti".
Come mostrano le tabelle in basso, tra il 1997 e il
2010 il numero dei migranti arrivati in Italia è stato invece piuttosto
contenuto e quasi prossimo allo zero nei due anni che hanno preceduto lo
scoppio della primavera araba.
Se guardiamo i dati odierni è facile azzardare una previsione:
nel 2018 gli sbarchi registrati in Italia potrebbero tornare in linea con
quelli degli anni antecedenti al 2011.
Ma i numeri ci dicono anche un’altra cosa, che forse
non piacerà al ministro degli Interni. Come sottolinea l’Oim, "al
contrario di quello che viene comunemente percepito, sugli arrivi via mare
l'Italia non sta affrontando un'emergenza numerica". L’emergenza, conclude
l’Organizzazione, è invece umanitaria "perché i migranti che arrivano in
Italia passano per la Libia, dove subiscono torture, violenze e gravi
violazioni dei diritti umani".
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