Redazaione Vita
03 Settembre 2018
03 Settembre 2018
Cresce il numero dei migranti che hanno fatto
domanda di asilo e protezione internazionale nel nostro Paese, lo afferma
l’ultimo rapporto Ismu. Sono state 130mila le richieste di asilo nel 2017, il
numero più alto registrato in Italia, più del doppio rispetto a quattro anni
fa. Nel confronto con il 2016 le richieste di asilo evidenziano un aumento
lieve, pari al +5,4% (nel 2016 le richieste sono state 123.600), dovuto
soprattutto al calo delle domande iniziato a luglio parallelamente al brusco
rallentamento degli sbarchi a causa in particolare degli accordi con la Libia.
Il percorso di asilo o protezione internazionale riguarda infatti in modo
massiccio i migranti che giungono in modo non autorizzato via mare, ma anche
coloro che percorrono altre vie terrestri o aeree (ad esempio chi proviene
dall’Ucraina).
Aumenta inoltre la proporzione di donne tra i
richiedenti asilo: oltre 21mila nel 2017, il 16,2% del totale (costituivano il
15% del 2016, l’11,6% del 2015 e solo il 7,5% nel 2014).
Tra le nazionalità più presenti tra i richiedenti
asilo, nigeriani, bangladesi, pakistani, gambiani e ivoriani. Per i migranti
originari del Bangladesh in particolare si è registrato il più significativo
aumento: nell’ultimo anno le domande di asilo sono quasi raddoppiate.
In aumento anche le domande presentate nel 2017 dai
minori non accompagnati, cresciute del 73,5%. I dati della Commissione
Nazionale per il diritto di asilo evidenziano infatti un importante aumento di
domande di asilo presentate da minori non accompagnati: nel 2017 sono stati
9.782, il numero più elevato del quadriennio preso in esame (erano 2.500 nel
2014) e il 73,5% in più rispetto al 2016. Pertanto costoro hanno
quantitativamente superato i minori accompagnati (6.525 domande di asilo nel
2017). Si tratta soprattutto di maschi (93%) e quasi-adulti: solo 82 domande
riguardano minori di 13 anni. Oltre un quinto dei richiedenti asilo minori soli
giunge dal Gambia; seguono i nigeriani (12%) e i giovani provenienti dal
Bangladesh (11,4%).
Il 52,4% non ha però ottenuto alcuna protezione. Nel
corso dell’anno appena concluso sono state esaminate 82mila domande (10mila
meno rispetto al 2016) da 49 Commissioni Territoriali e Sezioni in sede
distaccata. I migranti a cui non è stata riconosciuta alcuna forma di
protezione sono il 52,4% del totale, cioè 42.700 casi. È tra i 18-34enni che si
registra il maggior numero di non riconoscimenti, cioè il 57% dei migranti in
tale fascia di età. Gli uomini molto più delle donne hanno visto respingere la
domanda di asilo nel 2017 (56% dei casi, 39mila migranti).
Per i migranti provenienti dal Bangladesh, a fronte
di un notevole aumento di domande di asilo, si riscontra un basso tasso di
riconoscimento: il 64% delle domande esaminate nel 2017 ha avuto come esito il
non riconoscimento di protezione, solo l’1,4% lo status di rifugiato –il valore
più basso tra le diverse nazionalità dei richiedenti– e il 31% la protezione
umanitaria. Percentuali di non riconoscimento sopra il 60% anche per nigeriani,
senegalesi e pakistani.
È cresciuto però il numero di coloro che hanno
ottenuto lo status di rifugiato, status che nel 2017 ha costituito l’8,4% degli
esiti – era il 5,3% l’anno precedente – mentre si è fortemente ridimensionata
la protezione sussidiaria che nel 2016 era stata concessa a oltre 12mila
migranti e nel 2017 a 6.800. Una domanda su quattro ha avuto come esito la
protezione umanitaria.
Rispetto al dato medio, lo status di rifugiato
registra un valore più alto tra le donne (25%), tra i minori di 13 anni (36%) e
tra gli ultrasessantacinquenni (34%, anche se in numero assoluto si tratta di
soli 90 casi). Relativamente alle nazionalità, lo status di rifugiato è
concesso soprattutto ai siriani (93%), somali (37%), eritrei (26%) e iracheni
(25%).
Nel 2017 sono state esaminate oltre 6.200 domande di
asilo presentate da minori non accompagnati: a 4.405 minori è stata concessa la
protezione umanitaria (71% dei casi), mentre hanno ricevuto esito negativo il
18,8% delle domande, valore molto inferiore rispetto alla media generale
(52,4%). Il 79% dei minori soli aveva 18 anni o più al momento in cui ha
ricevuto la decisione dalla Commissione, dunque giovani che hanno ottenuto uno
status in età adulta a fronte di una domanda presentata da minorenni.
Relocation. Infine, uno sguardo ai dati relativi al
programma di “relocation” avviato a settembre 2015 dalla Commissione Europea a
beneficio dell’Italia e della Grecia, i Paesi europei maggiormente soggetti
alla pressione del fenomeno migratorio. Al 31 dicembre 2017 sono stati
trasferiti dall’Italia in un altro stato membro 11.464 richiedenti protezione
internazionale. Si tratta quasi esclusivamente di cittadini eritrei (95% dei
casi) e solo di 521 siriani e 98 di altre provenienze che possono beneficiare
del programma. Tra i trasferiti anche minori accompagnati (1.083) e minori soli
(99). I richiedenti protezione internazionale sono stati accolti soprattutto
dalla Germania, dove è stato ricollocato il 43% dei migranti. Seguono Svezia
(10,6%) e Svizzera (7,8%). Quest’ultima, pur non facendo parte dell’Unione
Europea, grazie ad accordi bilaterali con l’Italia ha reso disponibili posti
per il ricollocamento.
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