Stefano Ciafani, Presidente
nazionale di Legambiente
2 Agosto 2018
Oggi, 30 luglio, siamo
intervenuti al Tavolo su Ilva convocato dal Ministro dello Sviluppo economico
Luigi Di Maio, allargato giustamente anche alle associazioni ambientaliste e di
cittadini. Possiamo quindi esprimere il nostro parere sul piano aggiornato dal
gruppo Arcelor Mittal, acquirente di tutti gli impianti Ilva attualmente in
amministrazione straordinaria.
Le integrazioni al piano
ambientale dell'Ilva proposte dall'azienda sono assolutamente insufficienti,
nonostante il giudizio di Legambiente sia positivo sull'introduzione di alcuni
punti. In particolare contestiamo il dato relativo alla produzione che si intende
realizzare a Taranto dal ciclo integrale, quello che si basa sull'uso del
carbone: Arcelor Mittal dichiara di voler produrre 8 milioni di tonnellate
annue di acciaio dal ciclo integrale mentre riteniamo, sulla base della
valutazione del danno sanitario effettuata da Arpa Puglia, che non si debbano
superare i 6 milioni di tonnellate come massima produzione possibile senza
rilevanti rischi per la salute.
Inoltre, il gruppo si impegna a
collaborare con Arpa e ASL per effettuare annualmente la valutazione del danno
sanitario ma non dice nulla in merito alla valutazione d'impatto preventiva che
noi da tempo chiediamo.
Valutiamo, invece, positivamente
l'annunciata anticipazione, in alcuni casi abbastanza sensibile, di
realizzazione degli interventi previsti dal Piano Ambientale, tra cui - ma non
è una novità - il completamento della copertura dei parchi minerali previsto
per gennaio 2020. Una positiva apertura sembra, inoltre, essere quella che
l'azienda fa in merito alla bonifica del suolo e della falda del sito
dell'impianto di Taranto, ma le indicazioni rimangono troppo generiche e
Legambiente chiede in merito impegni più precisi e scadenzati.
Infine chiediamo che, in attesa
del completamento delle coperture dei parchi minerali e fossili si preveda
l'abbassamento dell'altezza dei cumuli, utile a ridurre il carico di polveri
nocive che grava sulla città in particolare nei wind days. Inoltre, dopo anni
di ritardi e omissioni che hanno alimentato la preoccupazione dei cittadini e
dei lavoratori di Taranto, chiediamo un salto di qualità sulla trasparenza,
rendendo pubblico lo stato di avanzamento dei lavori di ammodernamento
impiantistico e sulle bonifiche dei siti inquinati.
Il nostro augurio è che i dubbi
espressi dal ministro Di Maio alla fine della riunione spingano l'azienda a
fare di più di quanto presentato, in termini di innovazione tecnologica e
riduzione degli impatti, per coniugare ambiente, salute e lavoro in maniera
sana e duratura. Un obiettivo auspicato da molti ma mai raggiunto fino a oggi.
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