Presidio
a Roma, davanti alla sede del Parlamento, per protestare contro la
reintroduzione dei buoni lavoro. "Il ricorso ai ticket – spiegano i
sindacati del settore – avrebbe come effetto la produzione di nuove forme di
irregolarità e precarietà"
Redazione Rassegna sindacale
02 Agosto 2018
Anche il mondo del turismo dice
no ai voucher. Si è tenuto oggi (mercoledì 1° agosto) a Roma, davanti alla sede
del Parlamento, il sit-in promosso dalle federazioni del settore (Filcams,
Fisascat e Uiltucs) per protestare contro la reintroduzione dei buoni lavoro.
“Il ricorso ai voucher – sottolineano i tre sindacati – avrebbe come effetto la
produzione di nuove forme di irregolarità e di precarizzazione dei rapporti di
lavoro in un mercato già fortemente condizionato dalla stagionalità”.
Il 2 agosto a Roma la Cgil lancia
il flashmob #NoVoucher. Giovedì nuovo appuntamento nella capitale, alle ore 11,
in piazza della Rotonda davanti al Pantheon. La confederazione spiega così la
scelta di proseguire la protesta: "Dopo cinque giorni di presidio a
Montecitorio, insieme ai lavoratori delle categorie, saremo ancora in piazza
per chiedere ai parlamentari di avere il coraggio di stare dalla parte
giusta".
Nei giorni scorsi le sigle del
turismo, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro Luigi Di Maio e
ai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, hanno evidenziato il
ruolo della contrattazione nazionale di settore che “da decenni si misura con
le esigenze di flessibilità delle imprese, individuando diverse soluzioni
negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda in
larga parte condizionata da una strutturale stagionalità”.
“La contrattazione nazionale del
turismo – spiega la nota unitaria – ha individuato da anni strumenti di
flessibilità prevedendo il lavoro extra e di surroga, che consente di poter
assumere lavoratori con contratti della durata massima di tre giorni,
l'apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni, contratti a
tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”.
La flessibilità, spiegano i sindacati, è contrattata anche sull'organizzazione
del lavoro, con la possibilità di ricorrere al part time anche di 15 ore
settimanali con clausole elastiche, nonché al part time weekend della durata di
otto ore settimanali, oltre alla possibile gestione di orari multiperiodali
funzionali ai picchi di attività in tutti i periodi dell'anno..
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