mercoledì 1 agosto 2018

LAVORO Anche il turismo si ribella: no ai voucher

Presidio a Roma, davanti alla sede del Parlamento, per protestare contro la reintroduzione dei buoni lavoro. "Il ricorso ai ticket – spiegano i sindacati del settore – avrebbe come effetto la produzione di nuove forme di irregolarità e precarietà"

Redazione Rassegna sindacale
02 Agosto 2018


Anche il mondo del turismo dice no ai voucher. Si è tenuto oggi (mercoledì 1° agosto) a Roma, davanti alla sede del Parlamento, il sit-in promosso dalle federazioni del settore (Filcams, Fisascat e Uiltucs) per protestare contro la reintroduzione dei buoni lavoro. “Il ricorso ai voucher – sottolineano i tre sindacati – avrebbe come effetto la produzione di nuove forme di irregolarità e di precarizzazione dei rapporti di lavoro in un mercato già fortemente condizionato dalla stagionalità”.
Il 2 agosto a Roma la Cgil lancia il flashmob #NoVoucher. Giovedì nuovo appuntamento nella capitale, alle ore 11, in piazza della Rotonda davanti al Pantheon. La confederazione spiega così la scelta di proseguire la protesta: "Dopo cinque giorni di presidio a Montecitorio, insieme ai lavoratori delle categorie, saremo ancora in piazza per chiedere ai parlamentari di avere il coraggio di stare dalla parte giusta".
Nei giorni scorsi le sigle del turismo, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro Luigi Di Maio e ai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, hanno evidenziato il ruolo della contrattazione nazionale di settore che “da decenni si misura con le esigenze di flessibilità delle imprese, individuando diverse soluzioni negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda in larga parte condizionata da una strutturale stagionalità”.
“La contrattazione nazionale del turismo – spiega la nota unitaria – ha individuato da anni strumenti di flessibilità prevedendo il lavoro extra e di surroga, che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di tre giorni, l'apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni, contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”. La flessibilità, spiegano i sindacati, è contrattata anche sull'organizzazione del lavoro, con la possibilità di ricorrere al part time anche di 15 ore settimanali con clausole elastiche, nonché al part time weekend della durata di otto ore settimanali, oltre alla possibile gestione di orari multiperiodali funzionali ai picchi di attività in tutti i periodi dell'anno..

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