Giorgio Bongiovanni e Aaron
Pettinari– Antimafia 2000
15 settembre 2018
Questo pomeriggio, alle 14, si
sarebbe dovuta tenere, davanti la Prima Commissione del Csm, l'audizione del
sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo, nell'ambito
dell'indagine sulle eventuali responsabilità in merito al depistaggio sulle
indagini della strage di via d'Amelio. Con una mossa "pilatesca",
però, la Prima ha deciso di rinviare la seduta a data destinarsi.
Di Matteo, che in una lettera al
Csm aveva chiesto che la seduta fosse pubblica “in funzione di un contributo di
chiarezza che anche in questa sede consiliare ritengo di poter fornire a fronte
di inesattezze, bugie e ingiuste generalizzazioni (certamente lesive della mia
reputazione professionale) che da tempo vengono diffuse da più parti e
rilanciate con grande clamore mediatico”, non ha neanche varcato le porte di
Palazzo dei Marescialli. Come ha scritto "Il Fatto Quotidiano" la
Prima commissione ha infatti deciso di accogliere la sua istanza ma,
contestualmente, si è anche accorta di avere troppi impegni fissati nella
giornata odierna, con tante audizioni compresse al mattino e al pomeriggio.
Infatti l'attuale Csm è in "scadenza" di mandato ed il nuovo Plenum
si insedierà soltanto dopo il 24 settembre. Possibile che la richiesta di
audizione pubblica, assolutamente legittima ed anche opportuna tenuto conto del
valore dell'argomento che sarà trattato, Di Matteo abbia in qualche maniera
spiazzato il Csm? Le possibilità sono due. O il magistrato sarà richiamato la
prossima settimana o si lascerà che sia il nuovo Plenum a valutare l'operato
dei pm Di Matteo, Palma e Petralia.
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